N. 19 – Volo low cost

Oggi il sole è pallido, smorto. Tanto che potresti guardarlo fisso negli occhi senza timore.
Passeggiata con solita capatina al Bar Corona dove, tra gli avventori che vanno, vengono, sostano, si parla di chi non c’è.
Non degli assenti, impegnati in un giretto fuori porta o in un’escursione tra i boschi, ma di quelli che sono partiti per un viaggio lontano, da dove è difficile tornare. Uno, in verità, c’è riuscito, ma è stato molto tempo fa e tanti non se lo ricordano neppure.
Non si sa dove siano andati né dove sono, e per questo si azzardano le più fantastiche e creative delle ipotesi, tanto nessuno può smentirle.
Per alcuni la partenza è improvvisa, forse una svista del Padreterno, un Dio che non si vede, ma che serve da riparo.
Altri, che non si fidano di Lui, acconciano varie teorie.
Sempre restando in bilico sull’orlo dell’immaginazione, imbastendo storie tanto inverosimili che a volte sembrano credibili.
Abbiamo bisogno anche di questo per tirarci su e non pensare che tutto ha una fine. Anzi un fine.
Un fine con la fine.
Escono dalla penna parole povere, poco abbienti, per un argomento infinitamente complesso e inesplicabile.
Come una vite senza fine, giri giri ma sempre lì. Certo è che dovremo tutti, ma proprio tutti, tornare da dove siamo venuti. Che, se siamo vissuti tempi infiniti senza nascere, potremmo anche ritornarci senza fare tante storie.
È arrivata l’ora? Ok. Si va!
Saranno gli eventi a chiudere le porte.
Disfare i bagagli e vivere il presente con un sorriso che fa da grimaldello. E non è che moriamo causa incidenti e malattie, è che questi avvengono perché dobbiamo morire. E dobbiamo morire perché siamo nati. Questo è! Se non fossimo nati, invece…
Per oggi e per fortuna questo è solo un viaggio mentale. Tanta voglia di vita e tanta voglia di essere altrove, tanto da poter mandare una cartolina con panorama mozzafiato da poter dire: beata! Ma in un altro senso.
Cammini, respiri, ed è subito sera. Il sole lascia il palco.
E non ci muoviamo più dentro il vestito che chiamiamo corpo. E la cenere vola via…
La vita è sempre una grande sorpresa, da consumarsi entro la data di scadenza.
E potrebbe esserlo anche la morte che sta camminando verso di noi facendo spazio al nuovo.
Senza fretta, spero.
Che è il morire senza aver vissuto, la cosa più atroce che possa capitare. Ed è un delitto assistere, mentre stiamo vivendo, a quello che muore dentro.
Un amore scandalosamente grande per la vita mi fa pensare a uno strano regalo che, alla fine, era un prestito.
Non so dove siano andati i tempi andati, ma li lascio “andare” come in cucina.
I pensieri sono spiriti in movimento come la vita, si vive finché non si muore e questa l’unica realtà.
E con una lettera senza busta né contenuto, da un terminal sconosciuto Qualcuno dirà: grazie per aver scelto la nostra compagnia.
Buon viaggio.

Elisabetta Sciabordi

Imprenditrice mai in pensione, amante e attrice in teatro, mangiatrice di libri e di cose buone. Credo che non sia bello dirlo qui davanti a tutti, ma vallo a spiegare un profumo o un sorriso a parole! A disposizione del futuro e con una penna piena di fantasia mi cambio il finale. C'è un'altalena libera laggiù. Vado...