LA BIBLIOTECA DEI MORTI di Glenn Cooper

Ero ansioso di leggere questo libro e sono rimasto deluso. Per un’affermazione internazionale di questo tipo mi attendevo un testo con profondi o diversi livelli di lettura uniti a una trama incalzante. Mi sono trovato a leggere un mistery abbastanza prevedibile. Lettura piacevole ma al di sotto delle aspettative. Una specie di Jeffery Deaver senza lo smalto di questo e con pretese esoteriche, metafisiche e trascendentali che non riesce a mantenere.

A differenza di libri di scrittori come Stephen King, che offrono possibilità ricchissime di interazione, questo di Cooper è una sorta di b-book, scritto bene ma con uno stile anonimo. Un buon prodotto editoriale e uno scarso prodotto letterario. Cooper mi va a genio a istinto, ma per alcuni versi non ci siamo. Ho un altro suo libro in canna. Teoricamente avrei qualche motivo di interesse in più perché leggendolo ho scoperto che il motore della storia è un tizio vissuto nel basso medioevo, il quale è nato lo stesso giorno, mese e ora di me stesso, con un quadro astrale simile al mio, con la differenza che il suo indica l’eccesso del ‘7’ mentre il mio la pienezza del ‘7’. Credo che questa coincidenza sia dovuta al fatto che Cooper colga il simbolismo di questo numero. Ne so più di lui, probabilmente. Questo tizio dal comportamento autistico, sin da bambino viene accolto in un convento britannico perché ripudiato, e fa una sola cosa: scrive date di nascita e di morte di ogni persona a venire del genere umano con assoluta precisione, poi commette una violenza e si genera una progenie di tanti individui dai capelli rossicci e dagli occhi verdi con il suo stesso talento, che continuano l’opera in convento, e a loro volta fanno sesso compulsivo con povere fanciulle adescate a tal proposito. Opera di Dio o del Demonio? Bah. Cooper che forse un po’ conosce anche la letteratura profetica, di cui per esempio io sono ricercatore e cultore, indica come data di fine dei tempi il 9 febbraio 2027. Una data vicina a quella di antichi manoscritti, che orientativamente si muovono fra il 2027 e il 2033. Attenzione, si parla di ‘fine dei tempi’ non ‘fine del mondo’, ma questo è un altro discorso.
Voto: 3 stelle su 5.

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Gino Pitaro

Nasce a Vibo Valentia e ha svolto attività di redattore, articolista freelance e di documentarista. Nel 2011 il suo esordio come autore di romanzi con "I giorni dei giovani leoni" (Arduino Sacco Editore), poi per la Ensemble pubblica rispettivamente nel 2013 e 2015 "Babelfish, racconti dall'Era dell'Acquario" e "Benzine", vincendo numerosi premi letterari. "La Vita Attesa" è il romanzo per Golem Edizioni pubblicato nel 2019. Vive in provincia di Roma.