Gonzalo Rubalcaba e Chucho Valdés, emozioni a Umbria Jazz 2017

Gonzalo Rubalcaba e Chichi Valdès, 13.07.2017, Umbria Jazz

Eccoli là, i pianisti del XXI secolo, con i loro mocassini sul palco di Umbria Jazz 2017, Gonzalo e Chucho, limpidi, semplici, sorridenti. Ciao Umbria, ciao Perugia, sembrano dire alzando la mano verso il pubblico giunto numeroso all’arena S. Giuliana, il 13 luglio 2017.
Seduti uno di fronte all’altro, questi arieti del latin jazz che hanno sfondato porte e aperto il cammino musicale a generazioni di musicisti e deliziato generazioni di ascoltatori, stanno per proporre le loro ultime inquietudini musicali.Gonzalo Rubalcaba e Chichi Valdès, 13 luglio 2017, Umbria Jazz

La loro intesa, inutile dirlo, è perfetta. Non frutto di prove, non servono a loro, bensì di una comune sensibilità sulla scala delle emozioni. Quando poetici, quando martellanti in un vortice stupefacente di istinti ancestrali.
Una volta c’erano i grandi pianisti e compositori dell’America anglo-sassone a tirare le fila delle note musicali. Ora ci sono loro, Gonzalo Rubalcaba e Chucho Valdès, dall’Avana.
Ciao a presto, spero.

La serata si è conclusa quindi con il quartetto di Christian McBride, contrabbassista statunitense forte e compatto. Moderno e tradizionale allo stesso tempo. I componenti della formazione sono il trombettista Josh Evans dal Connecticut, il sassofonista Marcus Strickland da Miami e il batterista Nasheet Waits da New York.
Il leader è appunto Christian McBride, pilastro del gruppo e acquarellista del ritmo, con lui non ci sono dubbi, da solo sostiene il quartetto e unisce la musica prodotta dal loro insieme. Gente tosta, di quella che si fa strada, sicura e sfrontata quanto basta.
Grazie a tutti di esistere!

Moreno Stortini

nato a Bastia Umbra vive attualmente a Roma, funzionario pubblico, interessato da sempre alla musica e da essa condizionato nella vita e nelle scelte. Per lui la musica è poesia, amore per la bellezza, motore della propria vita. Negli anni ’70 il Rock, poi ascolta e legge di Jazz, infine l’America latina, dove vive per un breve periodo e poi frequenta, affascinato dalla musica, dalla storia e dallo studio delle civiltà precoloniali e delle radici africane, indelebili per i popoli delle Ande e dei Caraibi. Conquistato da questo miscuglio di razze, di suoni e di lingue, che interpreta come artefici della creazione di un sentimento nuovo di Musica e di Letteratura, capace di segnare i destini del mondo occidentale e non solo. E, last but not least, l'Afro latino con il jazz, una bomba di suoni e di emozioni che per lui “non ha uguali”. Innamorato di ciò, spende voglia ed emozioni che spera di trasmettere.