GUSTAVO ADOLFO ROL, IO SONO LA GRONDAIA


GUSTAVO ADOLFO ROL, IO SONO LA GRONDAIA (Giunti, 2000). Interessato da sempre alla figura di Gustavo Rol, avevo in mente di leggere questo libro da molto tempo, anche ben invogliato dalle tante recensioni positive. Devo dire che mi è piaciuto moderatamente, assai moderatamente, perché cercavo forse una narrazione biografica, che alternasse approfondimenti e aneddoti. Questi ci sono, ma in forma di raccolta di epistole di Rol, che vanno dal periodo degli adempimenti militari, passando per i suoi impieghi in banca e la consapevolezza dei suoi doni, di ciò che gli arde nel cuore e nella mente. Un viaggio epistolare attraverso la consapevolezza dell’anima e dell’universo. Le lettere e le riflessioni sono profonde e sicuramente esplicative di un certo percorso di Rol, ma anche pesanti, vagamente leziose, in quanto Gustavo si arrovella sui suoi tormenti, sulle aspettative della famiglia, sui suoi rapporti con il mondo, desideroso di offrire rassicurazioni ai cari. Comprensibile. Non è un saggio ma appunto una raccolta di lettere e di pensieri che mette in luce anche i gusti artistici e letterari di Rol, che in pittura vanno dal mondo classico fino all’astrattismo, mentre in letteratura fino alla contemporaneità, ma con una predilezione per i classici. In cinema è noto il suo legame personale e animico con Fellini di cui se ne parla. Onestamente su Rol ritengo più esplicativi i documentari a lui dedicati e i libri scritti da persone che lo hanno conosciuto o per cui lui è stato oggetto di approfondite ricerche. Ne emerge comunque la straordinaria figura che ha attraversato i nostri tempi. Noto anche il fatto del suo incontro con il Duce, dove lui gli profetizzò l’esito della guerra ma anche la sua fine. Cosa che però fecero anche altri mistici, alcuni aggiungendo che se l’Italia non fosse entrata nel conflitto grandi sarebbero state le grazie per il Regno. La raccolta è stata ben composta dalla dott.ssa Catterina Ferrari, che ha curato l’opera e l’eredità intellettuale di Rol dai primi anni ’80 fino alla sua scomparsa nel 2019.
“Io debbo necessariamente agire con spontaneità, quasi ‘sotto l’impulso di un ordine ignoto’, come disse Goethe. Mi sono definito ‘la grondaia che convoglia l’acqua che cade sul tetto”.
Oggi 18 luglio 2020 piove, ma adesso si fanno spazio raggi di sole.

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Gino Pitaro

Nasce a Vibo Valentia e ha svolto attività di redattore, articolista freelance e di documentarista. Nel 2011 il suo esordio come autore di romanzi con "I giorni dei giovani leoni" (Arduino Sacco Editore), poi per la Ensemble pubblica rispettivamente nel 2013 e 2015 "Babelfish, racconti dall'Era dell'Acquario" e "Benzine", vincendo numerosi premi letterari. "La Vita Attesa" è il romanzo per Golem Edizioni pubblicato nel 2019. Vive in provincia di Roma.